Under, Understatement, Underground.

Il design raccontato con inglesismi che sempre più fanno parte del nostro vocabolario di uso comune.

La parola design è la sintesi perfetta di questo concetto. In qualsiasi lingua sia è sempre lei, comprensibile ai più e, paradossalmente, intraducibile in italiano allo stesso tempo. Non esiste un sostantivo che la eguagli in significato. Forse si può dire “forma” se per design si intende l’estetica, “progetto creativo” se si vuole raccontare un’idea eppure con un’estensione più ampia solo il termine “design” rende merito al concetto di design.

Tuttavia spesso si ricorre ai famosi inglesismi anche quando non sarebbe strettamente richiesto, nonostante la lingua italiana sia ricca di sinonimi che possono risolvere “l’annoso” problema delle mille ripetizioni cacofoniche “tra le righe”.

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Credit: @Pixabay

Qualche esempio di come si rifugge alla lingua inglese per evitare la ricerca sul vocabolario di un termine simile in italiano? Eccone alcuni:

  • Anziché metropolitano, che ricorda le fumose e inquinate città, si usa “underground” che collega il cervello all’aspetto più multiculturale ed eterogeneo delle metropoli;
  • Si parla di “concept” e di “brand awareness” anziché dire concetto e conoscenza del marchio; (ma poi perché???)
  • Si ricorre a termini quali “glamour e fashion” anziché di tendenza;
  • E così via…

Forse si preferisce (io stessa lo faccio, basta vedere il titolo del blog) l’uso di un aggettivo o sostantivo inglese per rendere meglio l’idea, per essere più immediati o perché a livello fonetico suona meglio la frase.

La conclusione: ognuno è libero di esprimersi nel modo migliore, l’importante è farsi comprendere!

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